Festa dell’inquietudine

Festa dell’inquietudine

[:it]”Ogni fuga si coniuga con l’inquietudine, di essa è causa o conseguenza in negativo e in positivo” così il Direttore Culturale della Festa e Past  President del Circolo degli Inquieti di Savona, Elio Ferraris, presenta il tema conduttore dell’edizione 2014 della Festa dell’Inquietudine, che è appunto Inquietudine e Fuga. La Festa dal 1996 premia ogni l’Inquieto dell’anno e organizza eventi e conferenze contestualmente.

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Inquietudine è conoscenza e crescita culturale e sentimentale, Inquietudine non caratterizza solo chi vive stati d’angoscia o d’ansia Inquietudine avvolge e e pervade chi ama, chi è tormentato dalla creatività artistica, chi ha desiderio di conoscenza, chi è pervaso dal dubbio, chi e’ affascinato dal mistero, chi è sedotto dalla vita, chi partecipa ai drammi dell’umanità contemporanea e, ancor più, chi ne è afflitto direttamente”

Sono stata invitata alla conferenza dal tema “Fuga dalla scuola” da Claudio Casati con cui attraverso questo blog, abbiamo iniziato un dialogo sui Mooc, perché l’anno scorso il liceo Issel di Finale  li aveva sperimentato a scuola.

fugadallascuola

La mattina è iniziata con il provocatorio intervento di Claudio Casati, che ha evidenziato come oggi la giovinezza duri molto più a lungo rispetto alle generazioni precedenti ma che al contempo i giovani siano identificati come  bamboccioni, fancazzisti, inoccupabili e via insultando dai politici italiani, come se non fosse loro la responsabilità dello stato delle cose.

bamboccioni

La mancanza di  strumenti di orientamento  è un’aggravante che non permette ai ragazzi di progettare il loro futuro: nella regione del Baden Wutterberg e della Baviera, dove si adotta il sistema duale (ovvero i ragazzi lavorano gia’ mentre vanno a scuola e sono pagati) la disoccupazione giovanile è sotto il 3%.

Il mio intervento doveva spiegare l’importanza dell’educazione non formale e informale, dal titolo “la formazione del xxi secolo” . La presentazione e’  divisa in tre parti: il contesto in cui viviamo, ovvero l’era digitale, il sistema educativo attuale riferimento all’Italia, e come la scuola stia cercando di adattarsi per rispondere alle caratteristiche dell’era digitale. In particolare ho individuato  quattro temi dell”era digitale, comuni all’educazione che verrà che ho sintetizzato con:

  • personale
  • sociale
  • flessibile
  • good enough

Si tratta di caratteristiche mutuate dal mondo digitale ma che già hanno un’applicazione ai sistemi educativi di alcuni Paesi ,   grazie all’adozione di strumenti e piattaforme tecnologiche oltre che  di  modelli organizzativi innovativi.  La mia presentazione è reperibile qui Dopo ogni intervento un portavoce degli studenti poneva una serie di domande, devo dire piuttosto impegnative: a me sono toccate domande sul  ruolo e la formazione degli insegnanti e su cosa sia davvero importante imparare a scuola.

Dopo di me è stata la volta di Alessandro Berta, direttore dell’Unione Industriale di Savona  e di Massimiliano Vaira, sociologo dell’Universita’ di Pavia, le loro posizioni erano molto distanti: da un lato infatti si lamentava l’enorme distanza dell’educazione superiore al mondo del lavoro,  una certa mistificazione sul tema della fuga dei cervelli, e la difficoltà di dare ai ragazzi la possibilità di fare esperienze lavorative, dall’altro si è smontato il mito di un sistema educativo che non prepara al futuro e su come tagli impietosi, mancanza di investimenti  e politiche contraddittorie abbiano messo a dura prova il sistema educativo e trasformando l’Italia in “un Paese in via di sottosviluppo”.

 

Berta

 

 

Vaira

In alcuni momenti mi è sembrato di risentire , cose simili  a quelle dette dall’Unione Industriale a Torino in occasione del convegno ALLEANZE FORMATIVE TRA SCUOLE, IMPRESE E ISTITUZIONI organizzato da USR Piemonte al Salone del Libro.  Siamo penalizzati da un sistema che non facilita le esperienze lavorative dei ragazzi prima della fine degli studi, abbiamo un percorso scolastico lungo,  le recenti riforme dell’Università continuano a penalizzare la didattica, la riforma Fornero ha ingessato il ricambio generazionale sul lavoro:  insomma per ora non si vedono grandi spiragli, almeno per quanto riguarda politiche di rilancio dell’educazione.

E’ stato davvero interessante partecipare al convegno e alla festa, e soprattutto  sono molto orgogliosa della mia nuova tessera di Socio onorario del Circolo degli Inquieti.

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