Il TEDxTorino visto da una speaker

Il TEDxTorino visto da una speaker

[:it]Ho aspettato la pubblicazione del video del mio TEDxTorino Talk per raccontare questa avventura.


Faccio parte di quelli  per cui i video del TED sono IL modo in cui si parla in pubblico.   Li ritengo una risorsa preziosa e nel 2011 ne scrivevo su questo blog. Il  TED  è stato il mio punto di partenza per  scoprire personaggi come  Ken Robinson, Jane McGonical, Alain de Botton, Steve Berlin Johnson, Sugata Mitra, Sal Khan e leggere i loro libri, come pure per approfondire tecniche di presentazione,  studiando Nancy Duarte e i suoi libri.

Detto questo, quando il mio collega Gian Luca Matteucci mi ha detto che avrei partecipato a TEDxTorino, semplicemente non ci ho  creduto.

Per capire cosa si prova (ovviamente con le dovute proporzioni) si può leggere “Doing a TED talk; the full story“.  Ho addomesticato  la mia paura di parlare in pubblico dalla quinta superiore, spinta (fisicamente) dalla mia prof a prendere la parola in un’assemblea. Ho partecipato ad un sacco di eventi come relatrice, moderatrice, discussant ma il TED è diverso.

Per me TEDxTorino è iniziato ai primi di novembre  e l’evento era previsto per fine gennaio.  Il primo contatto è stato con il curatore Enrico Gentina, con cui abbiamo concordato il tema e che mi ha dato subito molte informazioni su come sarebbero andate le cose  E’ stato Enrico e il suo approccio positivo a darmi qualche speranza sul fatto che avrei potuto farcela.

Ho avuto da subito il supporto di una super coach – Mavy Mereu, che ha l’età di mia figlia e si è laureata qualche giorno prima che ci incontrassimo di persona.  Mavy era il punto di contatto con il TED e  ha unito cortesia squisita e ferma insistenza, ma soprattutto è stata la mia prima e più convinta supporter.

Fino alla conferenza stampa a metà dicembre (le sei settimane passate piu’ veloci della storia)  non ne avevo ancora  praticamente parlato quasi con nessuno (sempre perché in fondo non ci credevo davvero).

Durante la conferenza stampa ho conosciuto  alcuni degli altri relatori, tra cui Guido Avigdor  e soprattutto ho incontrato Elisa Vola, la licenziataria di TEDxTorino, colei da cui tutto è partito, accogliente e super determinata e Claudio Vigoni che ha creduto nel ruolo di CSP in questo evento.

Nel frattempo lavoravo al talk che  iniziava a prendere forma:  volevo parlare di videogiochi e avevo molte cose da dire, sul loro impatto nell’apprendimento,  su quello che capitava a Torino, sulle dimensioni del mercato…   avevo scritto le prime versioni del talk : era zeppo di riferimenti e di numeri,  mi sono confrontata e ho chiesto aiuto ad amici come Marcello Bozzi ed Enrica Bricchetto, insegnanti eccezionali e altri amici che mi hanno aiutato con i loro spunti, consigli e suggerimenti.   Il talk  era un po’ troppo tecnico ed era lungo: avevo OTTO minuti e nelle prime versioni ci mettevo più di 12 minuti.

A gennaio quando mancavano poco meno di quattro settimane  bisognava mandare il testo quasi definitivo e io lo mandai. E subito dopo l’ho cambiato,  grazie al supporto di Massimo e Lara,  che mi hanno aiutato a trovare una chiave più narrativa.

La prima prova si è svolta una domenica sera davanti ad un gruppo di volontari del TED e con Enrico, Elisa, Mavy e gli altri dello staff. Non avevo ancora imparato bene il discorso così l’ho letto – sette minuti e mezzo senza prendere fiato! Per fortuna me lo fanno rifare a braccio, mi hanno dato ottimi consigli per rendere la storia più efficace e informazioni su come avrei dovuto muovermi sul palco.. ma soprattutto sembrava che  fosse davvero piaciuto. Li ho conosciuto Rosy Sinicropi,  il suo progetto Self Portrait e la sua grande carica umana.

Le ultime due settimane di gennaio  sono state intense, limando  e rifacendo, provando e riprovando, registrandomi e riascoltandomi…   (e ho tralasciato tutte le questioni rispetto all’estetica: il TED dà pure le linee guida su come vestirsi e c’e’ un bellissimo TED sul linguaggio del corpo)  e con un po’ di agitazione siamo arrivati  alla prova finale, il giorno prima dell’evento.

Durante la presentazione ho  chiesto a Mavy di aiutarmi con le slide… è stata bravissima e io non ho dovuto preoccuparmene,  ma lei era agitata quanto me.

Che sollievo poi godersi le presentazioni degli altri e che belle persone che ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere grazie al TEDxTorino.  Ho chiacchierato con Gian Luca Boggia alla cena di gala che  mi ha spiegato il mondo dell’economia carceraria.  Così ho prenotato e sono andata a cena in carcere alle Vallette (potete prenotare qui http://liberamensa.org/).  Restando in tema di cene, ho scambiato due parole con Luca Iaccarino e gli ho detto che avevamo parlato di lui con Rosa del mare (nonostante le 1500 trattorie ha capito subito che parlavamo di Rosa dei Venti Di Albissola). Con Lele Rozza e Miguel Angel Belletti spero continueremo a  parlare ancora di scuole innovative.

Non saprei che consigli dare che non siano già stati scritti, detti e persino disegnati, su come prepararsi per fare un TEDx talk: l’esercizio più difficile   per me è stato concentrare in pochi minuti tante cose che volevo dire, frutto di anni di lavoro e di studio e concordo con chi dice che l’uso delle slide è sopravvalutato.

Ancora una volta grazie  ancora e ancora a tutti quelli che mi hanno sopportato (mio marito in primis), aiutato, consigliato, sostenuto e a tutti gli amici dello staff di TEDxTorino e un consiglio a tutti, non perdetevi TEDxTorino 2018.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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