[:it]Demotopia, il non luogo della partecipazione[:]

[:it]Demotopia, il non luogo della partecipazione[:]

[:it]Si svolgera’ a Venezia presso la sede Telecom di San Salvador il 20 novembre il convegno “Demotopia” organizzato dal Consiglio regionale del Veneto. L’idea e’ di discutere di nuove forme di partecipazione politica supportate dalla tecnologia. Il progetto è partito all’inizio dell’anno attraverso la costruzione della community e di un sito di progetto dove la descrizione del progetto comincia cosi:
Il desiderio che ha ispirato questo progetto del Consiglio regionale del Veneto è quello di giungere, attraverso una pratica di progettazione wiki, alla proposta di un modello e di un sistema di regole per la rappresentanza elettronica e l’e-participation: su che cosa ci si può confrontare? come facilitare il coinvolgimento dei cittadini alla vita politica? come consentire la composizione dei molteplici interessi attraverso tecnologie di comunicazione di rete?

Sulla newsletter di Demotopia pubblicata oggi, c’e’ anche un mio contributo che riporto qui

La buca nella strada: dall’informazione alla partecipazione

Per il primo evento italiano nello scorso giugno a Roma sui citizen media  è¨ stato avviato un censimento sulle iniziative di citizen journalism in Italia.

Attraverso la consultazione dei siti emerge il forte legame con il territorio: il giornalismo partecipativo esprime infatti le sue migliori qualitàquando tratta fatti ed eventi di cui narra in presa diretta, e grazie al web2.0, nuovo mass media pervasivo e potente, chiunque può esprimere in modo immediato e senza particolari filtri quanto sta avvenendo. I singoli blog collegati fra loro sono un mezzo di trasmissione caldo, che coinvolge e spinge alla partecipazione pronti a esplodere come nel caso di Mumbai nel dicembre 2008 e la rivolta in Iran della primavera 2009.

Come previsto da Zygmunt Bauman la conseguenza opposta e inevitabile della globalizzazione è l’mergere del localismo: la tensione fra globale e iper-locale è uno degli aspetti maggiormente interessanti del dibattito sul rapporto fra giornalismo partecipativo versus giornalismo professionista, e allo stesso tempo ci si chiede se possa rappresentare un mezzo per i media per ovviare alla crisi economica (studio a cura Forrester del gennaio 2009)

Le notizie  iper locali costituisco uno dei principali ingredienti del giornalismo partecipativo, che prospera sul cosiddetto  paradosso della buca  (pothole paradox) come l’ha definito Steven Johnson , scrittore e imprenditore: sapere che il Comune ha deciso di aggiustare la buca davanti a casa nostra è una notizia estremamente interessante che non leggeremo su nessun giornale, mentre se la buca si trova in una via dieci isolati più in là non ci interessa per nulla (o comunque molto meno). A partire da questo paradosso, Johnson ha lanciato il servizio outside.in che aggrega notizie da testate giornalistiche e blogger locali e le rende consultabili su base geografiche.

Molte informazioni iper locali  e di grande interesse sono spesso sepolte nei database delle pubbliche amministrazioni: Everyblock , avviato grazie a un finanziamento di un milione di dollari dalla Knight Foundation e oggi di proprietàdi MSNBC, fornisce informazioni iper locali, recuperando le informazioni dalla rete, e in particolare:
a) dalla pubblica amministrazione, es. licenze edilizie, ispezioni nei ristoranti, dati sulla criminalità
b) dai giornali e dai blog
c) dai social network come Flickr o Yelp per recensioni su aziende
Everyblock ripresenta queste informazioni in modalità georiferita e accessibile anche su dispositivi mobili.

Tornando alla famosa buca nella strada, Fix My Street, uno dei progetti di Mysociety.org, consente ai cittadini inglesi di segnalare problemi sulle loro strade e permette anche di vedere quanto ci mette l’amministrazione a riparare il problema.

Il rapporto non è quindi solo più fra il singolo cittadino e l’amministrazione, ma fra una rete di cittadini che segnalano disfunzioni, fanno richieste, incrociano dati, si informano a vicenda.
Le reti non sono necessariamente raggruppate in forma organizzata ne’ condividono la stessa ideologia politica ma dispongono degli stessi strumenti di comunicazione e informazione della Pubblica Amministrazione.
La delega del voto elettorale è verificata pubblicamente e in diverse occasioni e le Amministrazioni, se non vogliono essere messe costantemente in condizioni di rispondere da una posizione di difesa e di giustificazione, devono costruire un nuovo rapporto con la cittadinanza, che preveda nuove politiche atte a proteggere e incorporare sistematicamente la partecipazione nei processi decisionali per aumentare la trasparenza e anche evitare facili populismi.

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