Storie di vita ordinaria

Storie di vita ordinaria

[:it]”sorridi sei ascoltato” – dice lo slogan per gli operatori dei call center, o almeno cosi’ ci racconta Alessandro Tota, su Internazionale del 18 aprile, attraverso i fumetti nella rubrica graphic journalism.

“E’ normale” – mi dice oggi Michele dal call center di Telecom.

“Come e’ normale, scusi?, ho mandato una raccomandata per dire che chiedevo la rescissione del l contratto perche’ l’intestatario della linea era deceduto, e voi mi avete mandato un assegno non trasferibile per il saldo negativo delle bollette intestato ad una persona che non c’e’ piu'”

“E’ normale, perche’ risulta l’intestatario della fatturazione. Ora lei deve mandare indietro l’assegno con un’altra raccomandata per comunicare che l’assegno non puo’ essere riscosso, in quanto l’intestatario e’ deceduto.”

E pensare che se non fosse stato per le pagine di Tota o per la lettura di Sans Papier di Maurizio Ferraris, che scrive “L’alleanza tra sito e call center è l’unico caso nella storia in cui “eseguivo gli ordini” può valere come giustificazione. Quod erat demonstrandum: sotto un profilo tecnico, e ovviamente solo per ciò che attiene all’esecuzione dei suoi compiti lavorativi, l’addetto di un call center non è una persona, sebbene sappia rispondere sensatamente alle nostre domande.” avrei rinunciato a quei 23 euro…[:]

Un pensiero su “Storie di vita ordinaria

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.