Bavagli e 44 gatti

Bavagli e 44 gatti

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Typewriter Hammers
Image by sgrace via Flickr

Ieri c’è stato lo sciopero antibavaglio contro il DDL Alfano che introduce la rettifica obbligatoria anche per i siti web, blog, twitter  liste della spesa .. L’idea di coinvolgere i blog è di Piovono Rane di Giglioli a seguito dello sciopero indetto dalla FNSI per il 14 luglio per protestare contro la legge sulle intercettazioni, sostenendo che così la protesta “avrebbe un impatto mediatico straordinario – forse perfino superiore a quello dei professionisti.”

Nel frattempo la discussione sulle intercettazioni e’ stata fatta slittare a settembre, lo sciopero dei giornalisti sospeso e sono rimasti solo i blogger a manifestare in virtual e real-life (come dicevamo una volta): a Roma erano un centinaio (dicono) in piazza, più o meno come quelli che domenica ascoltavano il Papa a Roma- e per cui, Balducci, CHE HA DETTO SOLO LA VERITA’ è stato licenziato dai RAI3

Altro che  impatto mediatico straordinario.

Ho  poco finito di leggere “Antistoria della libertà di stampa in Italia” di Rinaldo Boggiani, che spiega a un ipotetico giovane lettore come siamo arrivati all’articolo 21 della Costituzione, partendo dallo Statuto Albertino del 1848.  In entrambi i casi, a un secolo di distanza alla dichiarazione di liberta’ di stampa, seguono nel giro di un mese le promulgazione di leggi che la regolano: 4 marzo 1848 (Statuto Albertino), 26 marzo (legge speciale del Re), 1 gennaio 1948 (Costituzione), 8 febbraio 1948 (Disposizioni sulla stampa). Nel libro ci sono vari passaggi interessanti, legati alla nascita della legge sulla stampa e  al ruolo della Chiesa: da Pio IX ai i Gesuiti che nel 1856 scrivono su Civiltà Cattolica “Una censura della stampa tutela la libertà “, fino alla legge fascista per la  creazione dell’ORDINE (le parole hanno un peso) dei giornalisti e di tribunali speciali, che garantirebbero maggiore indipendenza agli stessi.

Se Boggiani sostiene la necessità dell’abrogazione delle norme che richiedono l’iscrizione all’albo per i direttori, creando un sistema di responsabilità sul diritto comune, Donatella Coccoli su Left di questa settimana (10 luglio, n.27) chiede di mettere “nero su bianco, come hanno fatto i giornalisti americani, regole chiare sulla freedom of press, intesa come “diritto inalienabile del popolo in una società libera”” ma in Italia purtroppo abbiamo una lunga storia con qui fare i conti.. e continua dicendo che la Rete rappresenta il futuro e da’ una speranza. “Eppure la rete non basta, ci vogliono le persone. Risorse, ancora” un tema, quello dei soldi, che Maurizio Torrealta riprende qualche pagina dopo “Il tema delle risorse è fondamentale. Le inchieste richiedono mesi, costi alti. Oggi puoi ottimizzare con la multimedialità ma il problema dei soldi resta.” Eppure i soldi sono un problema per tutti in questo momento..  Robert Picard, uno dei maggiori studiosi di media, dice che la colpa non è di Internet, accusata di aver sottratto i soldi della pubblicità ai giornali e che il mercato pubblicitario è soggetto a cicli.

Le caratteristiche della rete sono punti di  forza e debolezza: mancanza di filtri, immediatezza, fluidità e frammentazione.  Non e’ vero che il web rende superflua l’intermediazione dell’informazione, ma è vero che ne sta cambiando le forme, e i giornalisti piu’ svegli che l’hanno capito non possono che cercare alleanze con questo mondo, che non ha piu’ nulla da dimostrare da Obama in avanti.

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