Datificati e profilati 

Datificati e profilati 

[Articolo scritto per Sapere Digitale 18 febbraio 2022]

  1. Datificazione e profilazione

Datificazione e profilazione sono due concetti a cui dobbiamo prestare la nostra attenzione, ancora di più dopo che la pandemia ha modificato la nostra routine quotidiana, abituandoci a passare molto più tempo online e creandoci una visione filtrata della realtà.

Google è stata la prima azienda nel 2000 a capire che “data are the new oil” – i dati sono il nuovo carburante –  e ha  apertol’era del “capitalismo estrattivo” o data economy, fondata sul  valore che si estrae dai dati, Dati generati per buona parte da dispositivi intelligenti che sono sempre più diffusi nelle nostre case e intorno a  noi.  A differenza del petrolio, i dati non si consumano, ma si accumulano.  Più aumenta la quantità di dati disponibili più aumenta il loro valore e la precisione degli algoritmi predittivi, cioè i programmi che attraverso metodologie di machine learning sono in grado di fare previsioni sui mercati, sul meteo e sui comportamenti e le decisioni future delle persone.

I dispositivi intelligenti che producono i dati includono gli esseri umani: secondo Treccani la datificazione è il “Processo tecnologico che trasforma vari aspetti della vita sociale o della vita individuale in dati che vengono successivamente trasformati in informazioni dotate di nuove forme di valore anche economico”. Tutte le nostre azioni come acquisti, viaggi, opinioni costituiscono la materia prima che una volta elaborata, crea il nostro “profilo” che permette di fare previsioni sul nostro comportamento.

La profilazione non serve solo a proporci le scarpe o la vacanza che incontrano meglio i nostri gusti: anche la nostra esposizione ad opinioni e temi politici passa da questi filtri. Il 95% degli italiani passa almeno 3 ore al giorno su Internet  e il 64% usa i propri canali social per informarsi. Già nel 2009 Eli Pariser aveva illustrato il meccanismo delle bolle informative che contribuiscono a rafforzare le idee già presenti e non favoriscono il confronto, rendendo i dibattiti sempre più polarizzati, soprattutto su temi di natura etica per loro natura divisivi.

Oggi le principali piattaforme digitali, sintetizzate nell’acronimo GAFAM che indica Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft hanno raggiunto posizioni dominanti sull’intero mercato digitale ed hanno dimensioni superiori a quelle dei singoli stati.  L’Europa contribuisce con i suoi oltre 700 milioni di utenti ad alimentare i big data ma è in ritardo nello sviluppo della sua industria digitale: ecco perché l’Unione europea ha bisogno di creare nuove strategie e nuovi approcci. Nel 2020 ha approvato una propria Data Strategy che si basa sui principio della sovranità, interoperabilità e apertura dei dati e sta lavorando alla Digital Service Act, per proteggere meglio i cittadini e garantire una maggiore trasparenza delle piattaforme online. [continua a leggere su Sapere Digitale]

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