Due libri sui nuovi giornalismi
[:it]Il libro di Sergio Maistrello appena uscito per Apogeo, si intitola “Giornalismo e Nuovi Media” e si apre con una preoccupazione per i prossimi anni e si chiude con un messaggio positivo. Il testo si divide in due parti: la prima più introduttiva su come stia cambiando il rapporto con l’informazione, trasformandoci tutti in potenziali emittenti, in cui si parla di pertinenza e qualitò, identita’ e reputazione.
Nella seconda parte, Maistrello ci racconta come le grandi testate mondiali e anche le principali testate italiane abbiano affrontato negli ultimi dieci-quindici anni la sfida delle rete, con l’istitutizione delle continuous news desk, che sostanzia la transizione dal meccanismo della deadline – “la chiusura” a quello attuale, dell’aggiornamento continuo. Ho trovato tante cose interessanti su questo libro di cui consiglio la lettura, compreso il capitolo sulla nuova professione del giornalista e a questo proposito consiglio anche la lettura di questo articolo, che spiega perchè i giornalisti dovrebbero anche imparare a programmare.
Il viaggio in treno verso Genova per partecipare al Genovacamp 2010 (*) è stata l’occasione per finire il libro di Gennaro Carotenuto, sul Giornalismo Partecipativo uscito a Dicembre per Nuovi Mondi.
Un libro completamente diverso: mentre Maistrello vede nel giornalista partecipativo soprattutto una persona che trovandosi nei pressi di un incidente o di una catastrofe, abbia la prontezza e la compentenza per utilizzare la rete, Carotenuto si focalizza soprattutto sulla caduta di credibilità di grandi testate e sul problema della concentrazione dell’informazione nelle mani di pochi, e vede quindi come unica possibilità per l’informazione, “la biodiversità informativa”, titolando uno dei tre capitoli che costituiscono l’opera come “La Riforma Agraria dell’informazione”. Carotenuto descrive le responsabilità dei giornali nel sostenere le guerre di Bush, e cita vari passaggi in cui Riotta si scaglia contro i blog, come pure Lucia Annunziata che dichiara che il “”compito del giornalismo è orientare l’opinione pubblica”, orientare non informare”” per rimarcare un certo modo di interpretare la professione giornalistica.
Dal libro di Carotenuto vorrei citare questo passaggio di Olivero Beha
“Sviluppare un rapporto differente con la ricerca dei fattti, la loro verifica, il controllo incrociato, l’attendibilità , l’autorevolezza e tutte le categorie indispensabili alla nostra sopravvivenza informativa. Ma cosa intendo per “sopravvivenza informativa”? Direi tutto, giacché dai nostri bisogni/problemi quotidiani all’informazione politica indispensabile per una democrazia che non consista semplicemente in un raggiro formale della volontà popolare, il criterio onnicomprensivo è che debbo sapere per poter scegliere: prodotti, partiti, persone.”.
Nonostante le differenze profonde fra i due autori nell’approccio alla questione, la conclusione in entrambi i casi è che le possibilità offerta da cittadini informati che concorrono a produrre informazione, porterà vantaggi superiori agli svantaggi.
(*) E’ uscito l’ebook di GenovaCamp 2010-
à disponibile nella libreria l’ebook creato durante il Genovacamp 2010 tenuto a Genova (nomen omen) il maggio scorso. Si tratta del primo titolo della collana di Polinformazione a cura di QuintadiCopertina ed è un vero e proprio libro interattivo, in cui navigare attraverso percorsi cronologici, tematici o nominali. Centinaia di richiami interni ed esterni permettono di creare un proprio percorso di lettura rivivendo l’evento organizzato da Cittadini Digitali.
E’ scaricabile gratuitamente e nella sessione sugli alfabeti digitali c’è anche la sintesi del mio intervento di presentazione su YouCapital.[:]